BILANCIO DI Sostenibilità
Aziende e
Sostenibilità
Il 2024 segna un anno importante per le imprese sul fronte della sostenibilità.
Le grandi aziende sono chiamate a presentare il Bilancio di Sostenibilità e, in generale, ogni impresa è invitata ad una riflessione sull’impatto dei propri processi e sistemi.
L’attenzione a politiche aziendali sostenibili è al centro di ogni dinamica aziendale.
Gli obiettivi ESG, insieme all’Agenda 2030, hanno tracciato la strada per l’impegno che ogni impresa deve assumere sia nei confronti del pianeta che in ambito sociale.

La nuova
Direttiva Europea
Nell’aprile 2021, la Commissione europea ha pubblicato la proposta di «Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)» che richiede alle società che rientrano
nel suo ambito di applicazione di rendicontare utilizzando i nuovi European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Il Consiglio Europeo ha approvato in via definitiva la direttiva CSRD, nel novembre 2022. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è avvenuta in dicembre 2022.
La CSRD 2464/2022 UE espande in modo significativo sia il perimetro degli enti cui si applica l’obbligo di reporting (anche alle imprese non quotate) sia il campo di applicazione della rendicontazione di sostenibilità che deve essere conforme ai requisiti del Reporting Standard Europeo di Sostenibilità ESRS (elaborato dall’European
Financial Reporting Advisory Group – EFRAG).
L’impatto per le imprese europee
Oggi circa 11.000 imprese redigono la DNF secondo la Direttiva NFRD.
Dal 2026 circa 50.000 imprese saranno direttamente obbligate a redigere l’informativa di sostenibilità ai sensi della Direttiva CSRD. Quelle indirettamente impattate saranno circa 1.200.000.
I punti chiave della CSRD

Si applica obbligatoriamente a tutte le grandi imprese che soddisfano 2 dei seguenti 3 criteri:
i) più di 250 dipendenti, ii) 50 mln/€ ricavi netti, iii) 25 mln/€ attivo; a tutte le PMI quotate in mercati regolamentati (escluse le microimprese quotate); alle imprese non europee, che generano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 mln/€ nell’Unione.

Rende obbligatoria la rendicontazione sugli intangibili ovvero sulle competenze, l’esperienza e la fedeltà dei dipendenti o la qualità delle relazioni tra l’impresa e i suoi stakeholder. In particolare, le società dovranno identificare gli intangibili rilevanti per la loro attività e descrivere come questi vengono gestiti, indicandone il valore e le eventuali variazioni nel tempo.

Richiede di adoperare indicatori europei specifici per la rendicontazione di sostenibilità definiti dallo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) che soddisfano anche i requisiti di altre normative europee vigenti (es. Regolamenti UE 2088/2019 e 852/2020).

Richiede che il reporting contenga informazioni sia di carattere retrospettivo sia di carattere prospettico (forward looking).

Richiede di adottare un approccio di «doppia rilevanza» considerando i fattori di sostenibilità che influenzano l’azienda (prospettiva outside-in) e come l’azienda im patta su società e ambiente (prospettiva inside-out).

Richiede obbligatoriamente l’audit di quanto rendicontato) da parte di una società terza (con la possibilità di una «reasonable assurance» entro il 2028).

Richiede che la rendicontazione di sostenibilità contenga informazioni riguardanti l’intera catena del valore, compresi prodotti, le attività e i servizi dell’impresa, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura.

Richiede che l’informativa di sostenibilità sia contenuta all’interno della Relazione sulla gestione e preveda il meccanismo di tagging digitale delle informazioni non finanziarie nel formato elettronico di comunicazione XHTML.
Entrata in vigore e obbligatorietà
per le imprese europee
FY 2024
reporting 2025
Grandi imprese enti di interesse pubblico con più di 500 dipendenti (già soggette a NFRD)
FY 2026
reporting 2027
FY 2025
reporting 2026
Grandi imprese non soggette a NFRD (Più di 250 dipendenti; Ricavi netti > a € 50 milioni; Totale attivi > a € 25 milioni)
FY 2028
reporting 2029
Imprese di paesi terzi che realizzano un fatturato netto superiore a € 150 milioni nell’UE e che hanno un’impresa figlia o una filiale nel territorio dell’UE